INDIGESTIONE: SINTOMI, CAUSE, RIMEDI
L'indigestione può avere molte cause, ma la stragrande maggioranza dei mal di stomaco dipende da ragioni banali, come un pasto abbondante o consumato troppo in fretta.
“Indigestione” è un termine generale che indica una serie di disturbi che si verificano successivamente a un pasto e possono essere bruciore, pesantezza, nausea, dolore diffuso all’addome senso di gonfiore, meteorismo eccetera.
L'indigestione, detta anche dispepsia, è un insieme di sintomi che possono essere scatenati da moltissimi fattori differenti.
Si distingue generalmente in tre tipi:
- dispepsia occasionale, quando si verifica solo una volta ogni tanto
- dispepsia ricorrente o cronica quando si manifesta per più giorni consecutivi o con un’alta frequenza
Dispepsia funzionale quando è cronica, ma senza cause specifiche, e i fastidi legati alla cattiva digestione si manifestano o subito dopo il pasto oppure una o due ore dopo aver mangiato.
La frequenza varia molto da persona a persona e, anche uno stesso individuo può presentare i sintomi in modo diverso a seconda dei diversi momenti e circostanze della vita, in relazione a innumerevoli fattori organici, psicologici e ambientali.
Alcune persone si trovano a dover fare i conti con pesantezza, acidità gastrica, mal di stomaco, e a volte anche nausea, soltanto una o due volte l’anno, mentre altre soffrono abbastanza spesso di questi disturbi che possono presentarsi come un lieve fastidio o dolori veri e propri.
Nel primo caso, in genere, si tratta di un disturbo fastidioso, ma sostanzialmente di lieve entità che può essere gestito con farmaci di automedicazione e con il consiglio del farmacista. Invece nel secondo caso, cioè quando la sintomatologia è più grave e più frequente è sempre meglio ricorrere al medico per fare accertamenti e scegliere la terapia più adeguata.
Principali cause dell'indigestione
Le cause dell'indigestione sono estremamente variegate e a volte sono più facili da gestire di quanto si pensi.
Attenzione alle abitudini alimentari. Un pasto troppo abbondante, soprattutto se ricco di alimenti grassi e proteine, e piatti elaborati che comportano l'uso simultaneo di molti ingredienti, spezie o alimenti che non si è abituati ad assumere; un panino consumato in fretta, senza masticare bene e/o bevendo acqua o bibite ghiacciate tra un boccone e l'altro; una pausa pranzo, passata davanti al computer, parlando in modo concitato con un collega o al telefono, sono tutte circostanze che rendono molto difficile la digestione e portano lo stomaco a produrre un eccesso di succhi gastrici nel tentativo di smaltire il cibo troppo pesante o ingerito troppo in fretta.
Più cibo assumiamo e più sarà il quantitativo di acidi gastrici che lo stomaco dovrà secernere per digerirlo, ancor di più se gli alimenti introdotti sono particolarmente calorici, grassi o di natura proteica, questo si traduce in una sensazione di gonfiore perché il volume del cibo causa la dilatazione delle pareti dello stomaco, mentre il senso di bruciore è legato alla quantità dei succhi gastrici e al tempo in cui questi permangono a contatto con la mucosa gastrica.
Se la pressione esercitata dai succhi gastrici è tale da causare anche un’irritazione dello sfintere che separa l'esofago dallo stomaco (cardias) può causarne la parziale apertura, e così si genera il cosiddetto reflusso gastroesofageo, perché gli acidi dello stomaco risalgono verso l’alto attraverso una strada che di norma è preclusa loro dal buon funzionamento del cardias.
Altri fattori che possono ostacolare la digestione e promuovere l'insorgenza di un malessere gastrico più o meno marcato sono il fumo, il consumo di alcol (soprattutto se eccessivo o di superalcolici), uno stile di vita frenetico e stressante che non concede abbastanza tempo ai pasti e al riposo, la presenza di malattie specifiche di vario tipo a carico dell'apparato gastroenterico o di altre parti del corpo e l’assunzione di farmaci caratterizzati da un'azione sfavorevole, diretta o indiretta, sulla mucosa gastrica.
Diagnosi: che cosa dire al medico e quali esami possono essere necessari
L'indigestione occasionale, chiaramente riferibile a fattori scatenanti ben precisi, di norma non richiede l'intervento del medico. Quando invece il disturbo tende a ripresentarsi spesso è consigliabile approfondire la situazione e cercare di risalire alla causa che la determina, allo scopo di individuare terapie in grado di eliminare o, almeno, attenuare il disagio.
Al medico si dovrà dire da quanto tempo sono presenti le difficoltà digestive, con quale frequenza compaiono, in quali occasioni si manifestano e/o peggiorano, quali sintomi le caratterizzano e quanto durano.
Inoltre, si dovranno descrivere al medico le proprie abitudini alimentari e di vita, l'attività professionale svolta, gli orari e le modalità dei pasti, nonché informarlo di eventuali farmaci, rimedi naturali/alternativi e supplementi assunti e le relative motivazioni, può sempre essere utile tenere un diario alimentare sul quale appuntare la diretta reazione ad alcuni alimenti.
Per una buona diagnosi è consigliabile anche aggiungere qualche dettaglio sul proprio stato psicologico e su eventuali eventi significativi della propria vita se avvenuti nello stesso periodo di tempo in cui sono iniziati i disturbi della digestione, per permettere al medico di avere un quadro più preciso e prescrivere i giusti esami diagnostici a carico dell’addome.
IL TRATTAMENTO DELL'INDIGESTIONE
Una camomilla o un infuso di melissa con un po' di succo di limone, o anche solo acqua e limone, ben caldi; una tisana digestiva a base di semi di finocchio, anice, liquirizia, carciofo, cardo mariano e zenzero; losanghe di liquirizia o zenzero da lasciar sciogliere in bocca lentamente. Questi e altri semplici rimedi naturali possono offrire un significativo sollievo in caso di mal di stomaco da cattiva digestione.
Quando, oltre alla pesantezza e al gonfiore, è presente anche acidità e nausea è, invece, utile ricorrere a farmaci, anche di automedicazione, da chiedere direttamente al farmacista.
Per ridurre gonfiore e pesantezza in modo mirato è necessario puntare su composti in grado di favorire lo svuotamento gastrico. A questo scopo ci sono sostanze procinetiche che favorisco i movimenti gastrici e aiutano lo svuotamento. Hanno anche un’azione importante sulla nausea.
Per il gonfiore le sostanze più indicate sono quelle in grado di assorbire i gas in eccesso come il dimeticone, il simeticone o il carbone vegetale, che hanno un’azione lenitiva sui fenomeni di eruttazione, flatulenza causati da un eccesso di aria nello stomaco. L’acidità invece si può affrontare con sali a base di bicarbonato, come il bicarbonato di sodio o di magnesio.
Se a sperimentare un'indigestione è un anziano o una persona affetta da una o più patologie specifiche e/o già in cura con altri medicinali, prima di assumere antiacidi e procinetici è bene chiedere consiglio al medico.
Prevenzione: come evitare l'indigestione
Per prevenire episodi di indigestione è, innanzitutto, importante mangiare in modo sano ed equilibrato, evitando gli alimenti che si sa di tollerare meno. Ma soprattutto è opportuno prendersi il tempo per consumare il pasto con tranquillità avendo cura di masticare bene e lentamente.
Cereali integrali (sotto forma di pasta, riso e pane), frutta (poco acida) e verdura (preferibilmente cotta e non troppo fibrosa), accompagnati da molta acqua naturale a temperatura ambiente e da piccole quantità di condimenti vegetali a crudo (primo tra tutti, l'olio extravergine di oliva), sono la base per una dieta a prova di indigestione, cui possono essere aggiunti pesce e carni magre (fresche e non lavorate/speziate), formaggi e uova.
Sui latticini e legumi, ci sono opinioni controverse, in generale è sempre bene assumerne con moderazione e valutare la reazione personale a questi alimenti in modo da consumarli in maniera ragionevole sulla base dei personali livelli di tolleranza.
Alimenti che sarebbe meglio non tenere in cucina e consumare soltanto in occasioni speciali sono i cibi notoriamente difficili da digerire per qualunque stomaco, come i fritti, gli intingoli, gli insaccati, i formaggi stagionati e tutte le preparazioni culinarie complesse, soprattutto se accompagnati da bevande alcoliche.
Anche le bevande acide, come il caffè, o gassate e quelle contenenti alcol (aperitivi, vino, birra, superalcolici) possono mettere a dura prova il processo digestivo e andrebbero assunte con parsimonia se si sa di avere lo stomaco un po' delicato.
Qualunque sia il cibo scelto, per digerirlo bene è indispensabile masticarlo accuratamente per sminuzzarlo il più possibile e amalgamarlo con la saliva riducendo, così, il successivo lavoro dello stomaco. A riguardo, va ricordato che anche la saliva contiene enzimi digestivi e che la digestione dei carboidrati inizia in bocca. Quindi, per ridurre il rischio di malesseri post prandiali è fondamentale evitare di mangiare troppo in fretta e cercare di farlo senza essere disturbati e senza stress. Anche spegnere il cellulare per una manciata di minuti potrebbe aiutare.
Un altro consiglio utile e spesso ribadito, ma poco seguito, è evitare di concentrare l'assunzione di cibo in uno o due pasti principali, ma prevederne almeno 4-5 più leggeri. In questo modo, lo stomaco dovrà lavorare meno e produrrà meno succhi gastrici. In aggiunta, quantità di cibo più limitate si muoveranno meglio lungo il tubo digerente, riducendo la probabilità di sperimentare mal di pancia, pesantezza e gonfiore.