BRUCIORE DI STOMACO: CHE COSA MANGIARE
Bruciore di stomaco dopo i pasti, dolore, a volte anche nausea. A prescindere dalla causa che li determina, l'alimentazione gioca un ruolo chiave nella loro prevenzione e cura. Ecco alcuni consigli pratici per impostare una dieta a prova di gastrite.
Un bruciore di stomaco occasionale può capitare a tutti. È sufficiente mangiare un po' troppo durante un pranzo con gli amici, cedere alle insistenze della zia per fare il bis di pasta al forno, esagerare con salatini, salumi e cocktail all'aperitivo o con patatine fritte, ketchup e bevande gassate al fast food. O ancora, sottovalutare una zuppa thai o una salsa messicana decisamente piccanti. In questi casi, il fastidio gastrico può essere intenso, ma di solito si attenua nell'arco di qualche ora, fino a sparire del tutto dopo 1-2 giorni al massimo, magari con l'aiuto di farmaci da banco con effetto anti-acido (per esempio, a base di bicarbonato di sodio o magnesio) e procinetico, ossia che facilitano lo svuotamento dello stomaco.
La gastrite cronica, invece, pur comportando un malessere simile per tipologia e intensità, è più impegnativa da sopportare perché il bruciore e l'acidità di stomaco tendono a ripresentarsi spesso o, addirittura, costantemente, anche dopo pasti meno impegnativi o a digiuno, togliendo gran parte del piacere dei cibi assunti nel quotidiano e della serena allegria che dovrebbe sempre accompagnare le occasioni conviviali e i giorni di festa. Le strategie per la prevenzione e la cura dell'acidità di stomaco e del dolore che l'accompagna non mancano: per stare meglio basta conoscerle e adottarle, dopo aver individuato con l'aiuto del medico le cause dei disturbi di cui si soffre.
A riguardo, deve essere ben chiaro che qualunque sia l'origine del bruciore di stomaco, l'alimentazione gioca un ruolo chiave sia nel prevenire l'insorgenza dei sintomi sia nella loro cura. Inoltre, la possibilità di evitare acidità, dolore gastrico e sensazione di nausea dipende strettamente dalle scelte che si fanno nella dieta di ogni giorno. Per esempio, un po' di buon senso nella valutazione degli alimenti da prediligere o da evitare in presenza di gastrite è, in genere, sufficiente a mettere al riparo dalla maggioranza dei mal di stomaco da acidità persone prive di patologie gastroenteriche, mentre ulteriori accortezze e terapie mirate potranno essere necessarie dopo aver ottenuto dal medico una diagnosi specifica.
Ecco alcuni consigli utili sugli alimenti da assumere per evitare malesseri, senza però dimenticare che, qualunque cosa si mangi, è utile masticare lentamente, consumare i pasti in un ambiente confortevole e mantenere un atteggiamento rilassato, dimenticando per un po' l'ansia e lo stress che spesso accompagnano le giornate di lavoro e che risultano assolutamente deleteri per la digestione.
Carboidrati: quali e come
I carboidrati, ossia gli zuccheri a lunga catena contenuti principalmente in cereali, pasta, patate e legumi, sono di per sé i principi nutritivi più facilmente digeribili in assoluto, perché di rapida assimilazione e trasformazione. Per questa ragione, sono consigliati come principale fonte energetica, sia alle persone sane sia a chi presenta malattie gastroenteriche acute o croniche, gastrite compresa.
Tuttavia, è indispensabile precisare alcuni aspetti. Innanzitutto, se è vero che i cereali, come patate e riso sono solitamente digeriti con facilità, questo non è sempre vero per quei cereali che contengono il glutine, come il grano e i suoi derivati, che possono causare un certo disagio a chi è intollerante, con episodi di nausea e di infiammazione più o meno marcata alla mucosa gastrica, per non parlare di chi soffre di celiachia che deve assolutamente evitare questo tipo di alimenti.
Altri cereali, come per esempio il mais o il farro, possono mettere a dura prova la digestione, quando non sono cotti a sufficienza così come i tanto raccomandati prodotti integrali, che possono causare acidità di stomaco a causa della presenza della crusca e di altre fibre insolubili, soprattutto se non si è abituati a consumarli regolarmente, risultano pesanti e possono causare anche gonfiore.
Un altro aspetto cruciale da considerare per evitare acidità di stomaco e sensazione di pesantezza dopo i pasti riguarda i condimenti utilizzati per insaporire pasta, riso, patate, tutti gli intingoli e i sughi troppo grassi, soprattutto, se di origine animale, come burro, lardo, pancetta o formaggi fondenti, piccanti o fortemente speziati e a base di pomodori, peperoni o altre verdure che stimolano la secrezione di succhi gastrici, possono risultare indigesti e indurre gastrite nelle persone più sensibili, soprattutto se consumati in porzioni abbondanti.
Un’altra tipologia di carboidrati a rischio elevato sono i prodotti da forno lievitati soprattutto se conditi e farciti possono rivelarsi un vero “macigno” per lo stomaco, determinando acidità e gonfiore dopo i pasti. Per ridurre i problemi senza rinunciare del tutto a pane, focaccia e pizza, il consiglio è evitare quelli industriali e scegliere prodotti preparati con ingredienti freschi e di qualità, ben cotti e, se possibile con una lunga lievitazione che li rende più digeribili.
I prodotti da forno secchi, invece, di norma non determinano né acidità né dispepsia, a patto che contengano pochi grassi e che non siano troppo dolci o troppo salati. I prodotti industriali andrebbero sempre evitati perché contengono spesso un eccesso sia di zuccheri semplici sia di sale, oltre che additivi ed edulcoranti chimici che stimolano la produzione di succhi gastrici acidi, facilitando quindi l'insorgenza dei sintomi della gastrite.
Per evitare di aggiungere troppo sale senza penalizzare il gusto, l'ideale è insaporire piatti crudi e cotti con erbe aromatiche come salvia, rosmarino, timo, origano, dragoncello, basilico, menta ecc., o spezie come la curcuma e il curry dolce, che contengono anche numerosi microelementi utili ed esercitano un'azione favorevole sulla digestione. Se si soffre di bruciore di stomaco, gastrite o ulcera gastrica, si devono invece evitare tutte le spezie piccanti e irritanti e/o che stimolano la produzione di succhi gastrici come peperoncino, pepe, paprika e il curry piccante rafano ecc.
Grassi buoni e cattivi
Quando si parla di grassi alimentari è bene “non fare di tutta l'erba un fascio”. Se è vero, infatti, che quelli di origine animale sono generalmente di difficile digestione e possono creare una serie di disturbi a stomaco e intestino (oltre che alla salute cardiovascolare), non va dimenticato che olio extra vergine di oliva e altri oli vegetali di buona qualità migliorano il transito intestinale e sono ricchi di composti antiossidanti benefici per la mucosa gastrica e intestinale.
Quindi, mentre è corretto consumare con cautela burro, lardo, strutto ecc., si può usare con meno attenzione l’olio extra vergine d'oliva per condire insalata e verdure cotte o crude, pesce, carne, pasta o una zuppa. L'unica avvertenza è usarlo prevalentemente a crudo o, al massimo, per cotture brevi e a temperatura non troppo elevata. Che siano vegetali o animali, infatti, i grassi fritti sono sempre e comunque una fonte di acidità e bruciore di stomaco.
Altri alimenti più o meno ricchi di grassi animali e più o meno a rischio di acidità di stomaco, ma preziosi per le loro proprietà nutrizionali, sono il latte, e i formaggi. A creare problemi, in genere, è soprattutto il latte, specie se consumato fresco, intero e freddo, mentre può risultare più digeribile se parzialmente scremato, a lunga conservazione o bollito prima dell'uso e bevuto caldo: si perdono un po' di vitamine e micronutrienti utili, ma ci si risparmia qualche crampo e reflusso acido.
Un consiglio importante, se si soffre di acidità di stomaco, è di non bere il latte insieme al caffè perché l'accoppiata a volte può essere nociva. Per quanto riguarda i formaggi, quelli freschi sono preferibili a quelli stagionati che si sa sono più grassi.
Meglio le proteine della carne o del pesce?
Le proteine animali sono notoriamente caratterizzate da una digestione lenta e abbastanza laboriosa (anche se meno impegnativa di quella dei grassi), che in alcuni casi può creare acidità di stomaco dopo i pasti. In genere, i problemi si hanno con la carne rossa, meno digeribile di quelle bianche e del pesce, ma in tutti i casi ciò che più incide sull'impegno richiesto allo stomaco sono le modalità e i tempi di cottura, nonché i condimenti e gli altri ingredienti aggiunti nella preparazione.
Per esempio, la carne di manzo magrissima, cotta ai ferri e condita solo con un po’ di olio extravergine a crudo e poco sale o qualche goccia di limone, è ben tollerata anche da chi soffre di dispepsia, gastrite o, addirittura, di ulcera gastrica, mentre le salsicce, la carne di maiale in genere anche se cotta ai ferri, un filetto al gorgonzola o una costata alla brace un po' troppo abbrustolita sono un vero attentato alla mucosa gastrica.
La stessa carne magrissima può, d'altro canto, risultare indigesta se bollita o lasciata ad "asciugare" in forno troppo a lungo, mentre il rischio di acidità dopo i pasti quando si mangiano pollame, coniglio e pesce dipende soprattutto dall'aggiunta di grassi, creme, besciamelle, salse e spezie piccanti o verdure che stimolano la secrezione di succhi gastrici, come pomodori, peperoni, cipolle, aglio, capperi ecc.
A riguardo, va ricordato che chi soffre di bruciore di stomaco e difficoltà di digestione non dovrebbe mai mischiare proteine di origine diversa nello stesso piatto (per esempio, carne e latte o formaggio; pesce e uova ecc.) e, più in generale, evitare di assumere troppi alimenti differenti in un unico pasto.
Le proteine vegetali possono essere un'alternativa sana e raccomandabile su molti fronti, ma non sempre adatta a chi soffre di bruciore di stomaco. In particolare, i legumi interi possono risultare indigesti e causare acidità dopo i pasti, a causa della presenza della cuticola dei semi, oppure dare fastidi successivi, a livello intestinale, in termini di gonfiore addominale, meteorismo e flatulenza. Uno stratagemma per renderli più facilmente digeribili consiste nel consumarli sotto forma di passati o purè.
Pro e contro di frutta e verdura
Il consumo di frutta e verdura di tutti i tipi, più volte al giorno, è raccomandato a chiunque e a ogni età per fare il pieno di vitamine, sali minerali e fibre utili all'organismo. Tuttavia, chi ha lo stomaco sensibile e tende a sperimentare spesso gastrite o reflusso di succhi gastrici acidi (che può arrivare a irritare anche la gola) deve prestare un po' di attenzione su questo fronte.
Nel caso della frutta, una regola di carattere generale per prevenire e ridurre i disturbi è consumarla lontano dai pasti. Il contenuto di acqua della frutta infatti diluisce i succhi gastrici rallentando di conseguenza i processi digestivi: sono da evitare infatti soprattutto l’anguria, i meloni, l’uva, ed anche i frutti particolarmente zuccherini come i cachi maturi, si sa infatti che lo zucchero facilita i processi di fermentazione causando la produzione di aria.
Tra i frutti invece ben tollerati una buona scelta sono le mele, alcaline per natura, che neutralizzano l’eccesso di acidità nello stomaco soprattutto se assunte con regolarità.
Tra la frutta sconsigliata ci sono il limone e gli agrumi in genere, perché la loro natura acida può facilmente irritare la mucosa gastrica e causare acidità di stomaco. Se proprio non si riesce a rinunciare alle arance, il consiglio è scegliere le qualità più dolci e non mangiarle a stomaco vuoto o insieme ad altri cibi o bevande "a rischio", come cioccolato, caffè, bibite gassate o alcolici.
Consumare la frutta fresca sotto forma di succo o frullato può essere un buon escamotage per evitare problemi alla digestione, mentre l'assunzione di succhi di frutta industriali è sconsigliabile a causa della presenza di acidificanti, conservanti e zuccheri aggiunti che tendono a renderli irritanti e ad alto rischio di iper-acidità per gli stomaci sensibili.
Anche per quel che riguarda le verdure, va considerato il grado di acidità intrinseco, ma anche la presenza di fibre insolubili e di acqua che rallentano la digestione e possono determinare una maggiore produzione di succhi gastrici acidi.
In generale, si hanno difficoltà nella digestione dell’insalata e delle verdure a foglia larga come le bietole, e di tutta la famiglia delle crocifere, come i cavolfiori, i broccoli etc. Il problema può essere parzialmente risolto evitando di mangiare queste verdure crude e ricorrendo a cotture semplici, come la bollitura, la cottura al vapore e condendo con olio extravergine che contiene pochi grassi. Le carote e le cipolle bianche, per esempio, possono determinare una notevole acidità da crude, ma sono molto ben tollerate una volta cotte.
Assumere le verdure sotto forma di passato può migliorarne notevolmente la digeribilità, ma bisogna fare attenzione alle varietà scelte perché verdure come cavoli, verze, broccoli, rape, pomodori e peperoni possono continuare a causare acidità dopo i pasti anche se cotti e sminuzzati. Sono poi, naturalmente, da evitare le verdure acide fermentate (come i crauti), quelle sottaceto o in salamoia e le mostarde piccanti o senapate.
Bevande sì e bevande no
Anche le bevande sbagliate possono pregiudicare il benessere dello stomaco. Ad avere un effetto irritante per la mucosa gastrica e a causare bruciore e acidità di stomaco sono soprattutto le bevande gassate (specie se contenenti caffeina, estratti di cola, acidificanti, coloranti e conservanti), gli alcolici di ogni tipo (ma soprattutto superalcolici e cocktail più o meno elaborati), il caffè e i già citati succhi di frutta industriali.
Si salva il tè, ma soltanto a patto che sia preparato al momento, partendo dall'infusione di bustine o foglie, e consumato caldo o a temperatura ambiente e non preso a un distributore automatico o acquistato in bottiglia al supermercato. In questi ultimi due casi, infatti, gli acidificanti, gli zuccheri e gli altri additivi aggiunti per migliorarne sapore e aspetto possono irritare gli stomaci sensibili.
Che cosa bere, quindi, se si soffre di gastrite o bruciore di stomaco? Preferibilmente, acqua naturale e a temperatura ambiente (dal momento che tutte le bevande gassate aumentano l'acidità gastrica), oppure tisane e infusi non zuccherati, preferibilmente a base di finocchio, che aiuta la digestione, o di camomilla, malva o tiglio, caratterizzati da un'azione lenitiva sulla mucosa gastrica e aiutano ad allentare ansia e stress, questi rimedi naturali contribuiscono anche a rimuovere due delle principali cause "non organiche" di gastrite e acidità di stomaco, permettendo di stare meglio su entrambi i fronti.